Il Significato del Messaggio Sufi e il Lavoro del Movimento Sufi

Prayers in ItalianHazrat Inayat Khan Study Circle in ItalianBrotherhood/Sisterhood Activity

From the Jubilee Edition of the Dutch Journal titled Soefi Gedachte

di Murshid Ameen Carp

Hazrat Inayat Khan ha parlato molto spesso del ‘Messaggio’. Che cosa voleva dire con ciò? La spiegazione la troviamo spiegata molto chiaramente nelle conferenze che fece per i cherag, che sono persone che dopo una formazione, sono state ordinate alla accensione delle candele, alla lettura delle sacre scritture o a tenere un sermone durante il rito del Culto Universale.

Queste conferenze non erano mai state pubblicate fino a poco tempo fa, ma ora sono state incluse nell’ultimo volume pubblicato recentemente in “Opere complete di Hazrat Inayat Khan 1924- II.

Vi leggiamo:
“In primo luogo è un nostro dovere sacro risvegliare lo spirito di tolleranza verso la religione, le scritture sacre e l’idea di devozione dei nostri simili, nelle persone che ci sono vicine e nelle persone che possiamo raggiungere. Il nostro compito successivo è fare in modo che i nostri simili comprendano gli esseri umani delle diverse nazioni, razze, comunità e anche gli esseri umani delle diverse classi sociali”.

“In tal modo non vogliamo che tutte le razze e le nazioni diventino una sola e che tutte le classi debbano diventare una sola, ma vogliamo considerare un nostro sacro dovere essere al servizio gli uni degli altri, qualunque sia la religione, la nazione, la razza o la classe sociale di un'altra persona. E’ questo che consideriamo un nostro sacro dovere verso Dio. Dobbiamo creare uno spirito di solidarietà tra le persone di diverse razze, nazioni, classi e comunità, perché la felicità, il benessere e la prosperità di ogni persona dipende dalla felicità dal benessere e dalla prosperità di tutti noi”.

“Inoltre, il tema centrale del Messaggio Sufi è molto semplice e tuttavia molto difficile e consiste nel risvegliare gli esseri umani alla divinità dell’anima umana. Questo finora non è ancora accaduto, perché i tempi non erano ancora maturi per questo. La cosa più importante che il Messaggio deve portare a quest’epoca è di essere consapevoli della scintilla divina dentro ogni anima così che ogni essere umano possa realizzare la scintilla divina dentro di sé in base alla sua evoluzione spirituale. Questo è il compito che dobbiamo portare a termine.”

Nella conferenza ai cherag del 13 agosto 1923, dice:
“ Ora potreste chiedere, qual’è il Messaggio? Il Messaggio è questo: che l’intera umanità è un unico corpo, e tutte le nazioni, le comunità, e le razze sono come i vari organi, e la loro felicità e il loro benessere sono la felicità e il benessere dell’intero corpo. Se uno degli organi è sofferente, l’intero corpo deve sopportare una parte di questa sofferenza.”

“Perché con questo Messaggio l’umanità potrebbe incominciare a pensare che il suo benessere, e la sua prosperità non consiste nell’occuparsi di se stessi ma nell’occuparsi degli altri, e quando in tutti ci sarà reciprocità, amore, bontà verso un altro, arriveranno tempi migliori”.

Nella conferenza del 20 agosto 1923 Hazrat Inayat Khan dice:
“Ricordate che il Messaggio, che stiamo trasmettendo ora, è la vera interpretazione di tutte le scritture, molte delle quali a causa delle varie traduzioni e versioni e per moltissime ragioni, non sono rimaste le stesse, quindi ricevere e preservare il Messaggio, che stiamo trasmettendo adesso e la sua diffusione, è come dare il Messaggio di tutti i Profeti e l’insegnamento di tutte le religioni”.

La conferenza continua:
“…se ho qualcos’altro da dire, è che abbiate una fede salda nel pensiero che è il Messaggio di Dio, e che non può che diffondersi e nulla al mondo lo ostacolerà dal diffondersi, e si realizzerà in quanto promessa di Dio”.

Nella conferenza del 2 settembre 1923 va ancora più a fondo sul ruolo del Movimento:
“Il nostro Movimento, quindi, è impegnato a offrire il nostro servizio a Dio e all’umanità in questa direzione, senza alcuna intenzione formare una comunità esclusiva, ma per unire in questo servizio le persone di tutte le diverse religioni. Questo movimento, nella sua infanzia, sta cominciando il suo lavoro, ma il suo culmine sarà in un Movimento mondiale”.

“Questa non è soltanto una chiesa, ma una scuola perché noi si impari, si impari la lezione della tolleranza, una lezione che dobbiamo imparare per attenerci a tutti gli insegnamenti e al rispetto di tutte le scritture. Una lezione che ci insegna che non serve abbandonare la nostra religione, ma che dobbiamo abbracciare tutte le religioni, per creare la sacralità della religione perfetta.”

Nel Gatheka Religioso n. 47 del 1923 aggiunge:
“Se è un movimento religioso, non è un movimento per fare propaganda a un credo particolare. E’ un movimento religioso nel senso che questo Movimento è inteso a portare pace tra i seguaci di tutte le religioni. E’ un movimento religioso nel senso che tutti possiamo imparare, qualunque sia la nostra fede, qualunque sia la fede dei nostri antenati, che tutti possiamo imparare a rispettare la religione di un altro. Perché alla fine così facendo potremo elevarci a un livello di comprensione in cui la nostra mente possa arrivare a un’unica religione come somma di tutte le religioni”.

“ Dio è unico, la verità è unica; come possono esserci due religioni? C’è un’unica religione, la sola religione”.

“Sì, viviamo in paesi diversi, ma sotto un unico cielo; così, abbiamo molte chiese, ma un unico Dio; molte scritture sacre, ma un'unica saggezza; molte anime, ma un unico spirito, il solo spirito di Dio”.

“Si deve comprendere questo ideale che abbiamo questo Movimento. E abbiamo numerosi modi differenti in cui studiamo e in cui mettiamo in pratica questa idea".

Nota. La nostra gratitudine ad Ameen Carp, Responsabile del Comitato delle Pubblicazioni del Movimento Sufi Internazionale, per il permesso di tradurre e stampare questi articoli.