L’iniziazione di Pirani Ameena Begum Un giorno Nostro Padre chiamò nostra Madre chiedendole di andare nella Stanza Orientale insieme a tutti noi quattro i figli. In quell’occasione speciale nostro Padre benedì nostra Madre dicendo: “Da oggi sei Pirani”. E aggiunse: “Senza il tuo incessante aiuto, giorno e notte, non sarebbe mai stato possibile portare il Messaggio Sufi al mondo Occidentale”.
Poi, mentre teneva nostra Madre per mano, nostro Padre disse a noi bambini, con una grande tenerezza nella sua amorevole voce: “Bambini, congratulatevi con la vostra Amma (Madre) in questa occasione molto speciale. Desidero che voi, e anche le generazioni future, sappiate che la vostra Amma è la prima e unica Pirani del Messaggio Sufi d’Amore, Armonia e Bellezza del vostro Abba. Voi non dovete mai dimenticarlo per tutta la vostra vita, ed è un vostro sacro dovere fare in modo che questa cerimonia storica a cui avete assistito non sia mai dimenticata”.
Dopo che tutti avevamo abbracciato nostro Padre e nostra Madre, col cuore che batteva di felicità, nostro Padre scrisse su un foglio la parola Pirani e ci spiegò che è l’equivalente femminile di Pir-o-Murshid, da usare soltanto per la Begum del portatore del Messaggio.
(Questo documento è disponibile nel Museo Sufi di The Hague)
Una brocca d’ acqua fresca
Ogni giorno a noi bambini veniva assegnato un particolare argomento di concentrazione, come ad esempio la Pazienza, la Tolleranza, il Perdono, la Gentilezza, la Cortesia, la Nobiltà, l’Umiltà… E la sera andavamo da nostro Padre per dirgli se ci eravamo davvero o no concentrati sull’argomento scelto.
Un giorno l’argomento su cui concentrarsi era il “Coraggio”. La sera dello stesso giorno, era stata organizzata una cena e in quell’ occasione erano invitati alcuni ospiti importanti e questo era naturalmente un grande problema per nostra Madre, particolarmente nei giorni di caldo intenso durante la Scuola Estiva a Suresnes. In quei giorni l’acqua che usciva dal rubinetto era calda quasi quanto il sole all’esterno. Inoltre, non esistevano ancora dei frigoriferi e di conseguenza non c’era la possibilità di servire bevande fresche.
Non appena gli ospiti si furono seduti a tavola, che era stata decorata in modo davvero meraviglioso, nostro Padre chiese: “Chi va a prendere acqua fresca in cantina?” I presenti si guardarono l’un l’altro, sperando che fosse l’altro a farlo ma non accadde nulla. Allora, ricordandomi all’improvviso che quel giorno il tema della mia concentrazione era il Coraggio, scattai in piedi e andai di corsa verso la cantina buia, mentre urlavo con tutta la voce per nascondere la mia paura di topi, ragni, insetti e fantasmi immaginari.
Dopo aver cercato per un po’ finalmente trovai il rubinetto magico da cui sgorgava l’acqua fresca proveniente dalla profondità del terreno; e quanto ritornai con la brocca d’acqua fresca nelle mie mani tremanti, mio Padre la prese con tenerezza e disse: “Questo sarà una benedizione per te per tutta la tua vita, Guru Bhayajan, Mera Beta”. E poi mio Padre aggiunse: “Questa terrificante esperienza rimarrà nella tua memoria come il ricordo più felice della tua vita, perché in quello stesso momento hai voluto vincere la tua paura, con la forza della tua volontà, per amore di un ideale, l’ideale del Coraggio, che oggi era l’argomento della tua concentrazione.
Sì, davvero, non potrei trovare un momento più felice della grande gioia che ho provato nell’aver avuto il privilegio di esser capace di fare questo per il mio Amato padre.
